venerdì 18 maggio 2012

Il mana di URTO: Introduzione (ipotesi) sul senso strutturalista di una rete informale

Introduzione (ipotesi) sul senso strutturalista di una rete informale Contributo per “I Giovedì Contemporanei: work in progress” (Giovedì 17 maggio, dalle h 17:00 alle h 19:00, il Collettivo Urto Rete Informale) incontra Olga Scotto di Vettimo) presso il Museo del '900 di Castel Sant'Elmo, Napoli. Il mio intervento vuole suggerire come mediante una lettura strutturalista, soft e minimale, del Mattone Urto, si possa far emergere l’identità implicita di Urto in quanto rete informale, collettivo o movimento, che dir si voglia. Ciò che dirò a mio modo di vedere , se colto nelle sue linee essenziali, riguarda, in genere, ogni rete informale , ogni collettivo ogni soggetto che si propone di fare dell’arte cosiddetta pubblica-sociale. Dunque calerò una certa porzione di talune riflessioni emerse in ambito strutturalista nella situazione fatta emergere da un’ opera d’arte, tentando di trarne dei significati che poi implicitamente si proietteranno sul senso della Rete Urto e viceversa sul significato profondo dello stesso Mattone Urto inteso come crepa che lascia intravedere, in maniera singolare ed estetico-percettiva, il discorso nel suo complesso che resta, ovviamente, relativo sempre aperto. Mentre scorreranno in loop i video-documenti remixati da Pin Asv elencherò commentandoli brevemente, dei frammenti sparsi e non completi ma coerenti al suo interno. Si tratta di frasi attinte in maniera disomogenea dal saggio di Gilles Deleuze: Da che cosa si riconosce lo strutturalismo? (1973). Quindi “abuserò” di questo scritto in modo parassitario, al fine di raccogliere da esso degli spunti che coerentemente adatterò e adotterò come a priori per una mia lettura delle due varianti del Mattone Urto, sino ad oggi realizzate ossia, quella ad opera di Walter Picardi intitolata Mattone della Cittadinanza creata per Urto Step Zero e quella di Luigi Guarino, Individualità Cosciente, realizzata per Oltre la Paralisi ovvero lo Spet 1 del Collettivo Urto. Ora vi leggo le frasi estrapolate dal testo di Deleuze prima tale è quali, e dopo sostituendo delle parole fondamentale che le compongono con degli equivalenti prelevati dal lessico proprio delle cosiddette Rete Infomali, dei cosiddetti Collettivi e quindi più specificamente dal Collettivo URTO. Ad esempio noterete come ho riempito-sostituito ad un certo livello, il termine struttura, di volta in volta con i termini: rete informale, collettivo, URTO, movimenti occupy, …; - a sua volta equivalente delle parole: posto, spazio, grado zero, mana, casella vuota, significante fluttuante, … con il termine: Mattone Urto. - elementi, ruoli, ecc., : con Artisti, Curatori, soggetti finanziatori, istituzioni politiche, associazioni, fondazioni, coordinatori, critici, relatori,…. - ed ancora: cose e oggetti con:opere d’arte, mostre, eventi, conferenze, proposte, progetti, ecc. Elenco i punti in maniera quasi statica ma con delle puntualizzazione per poi lasciare a voi il gusto di intrecciarli in discorso dinamico, cogliendone i tratti cardine: 1) in verità non esiste struttura (rete informale) se non di ciò che è linguaggio 2)Gli elementi (gli artisti, i curatori, i coordinator, manager, …) di una struttura … non hanno nient’altro che un senso: un senso che è necessariamente ed unicamente di “posizione”. (posizione mobile, intercambiabile, evidentemente) 3 a ) non si tratta di uno posto in un’estensione reale (Il PAN; L’Asilo Filangieri, La strada, Una chiesa sconsacrata, il Museo del Novecento, il MADRE, ..) , né di luoghi in estensioni immaginarie (la realizzazione compiuta di una qualsivoglia ideologia …), bensì di posti e di luoghi in uno spazio propriamente ....topologico. 3 b )In breve, i posti in uno spazio puramente strutturale (collettivo) sono primi in relazione alla cose (proposte, progetti, opere d’arte, mostre…) e agli esseri reali (coordinatori, curatori, artisti, manager…) che vengono ad occuparli, e primi anche in relazione ai ruoli e agli eventi (Oltre la Paralisi, Contemporary Urbane Base - C.U.BASE -, Arcana, Poetiche del museo, ecc..) sempre un po’ immaginari (Geografie Spaziali di Borriello-Ricciardi) che appaiono necessariamente quando essi sono occupati. 4) il senso (l’identità) risulta sempre dalla combinazione di elementi che non sono di per sé significanti. 5) il senso … è sempre un effetto di linguaggio, un effetto di posizione. 6) C’è, profondamente, un non-senso (uno scarto, un resto,…) del senso (significato) da cui risulta il senso (l’identità) stesso (stessa). 7)Il non senso (il senso vuoto, il paradosso, l’incongruo, l’estraneo, le frasi “fuori luogo”, … ) non è affatto l’assurdo o il contrario del senso ma ciò che lo fa valere e lo produce circolando nella struttura (nella rete informale, in URTO) 8) E se è evidente che sono uomini concreti (Deva, Mantile, Picardi, Mezzacapo, Di Pasqua, P. Varsalona, Melania di Leo , Paolo Pagliuca, E. Tomaselli, Sasi,...) ad occupare i posti e a metter in opera gli elementi della struttura, lo fanno tenendo il ruolo che il posto strutturale assegna loro e fungendo da supporti ai rapporti strutturali .. il vero soggetto è la struttura stessa (La rete informale stessa) … e ciò spiega anche determinati rigetti (vedi caso Mangiacapra) da parte della stessa rete o determinati abbandoni da essa … senza bisogno di giustificazioni … di colpevolizzazioni … e ri-sentimenti simili. 9) Della struttura (di URTO) si dirà: reale senza essere attuale(empirica), ideale senza essere astratta. – quindi, io dico che essendo reale ed ideale, la rete informale (urto) è trasformativa ovvero eminentemente politica. 10) Pare che la struttura celi un oggetto o elemento (cfr. Il Mattone Urto che quindi entra in scena da protagonista) del tutto paradossale … quest’oggetto è eminentemente simbolico. Un tale oggetto (ossia concetto che icasticizzato-visualizzato materialmente nel Mattone Urto manifesta l’essenza identitaria del collettivo, della rete urto) è sempre presente (funzionalmente-concettualmete ovviamente) nelle serie corrispondenti (politiche, curatoriali, comunicative, finanziarie, estetiche…) le percorre e si muove in esse, non cessa di circolare in esse, e dall’una all’altra, con un’agilità straordinaria … esso è sempre spostato rispetto a sé stesso. La sua proprietà consiste nel non essere mai dove lo si cerca, ma in compenso anche di essere trovato dove non è. 11) non c’è strutturalismo (collettivismo) senza questo grado zero. (questa casella vuota, questo spazio bianco, questo significante fluttuante [cfr. Claude Levi Strauss] questo mana). __s p a z i o b i a n c o ______ f l u t t u a n t e _t r a s f o r m a t i v o . Domenico Esposito

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